I cibi e stili di vita evitare per chi soffre di reflusso gastroesofageo
Anche in Italia il reflusso gastroesofageo colpisce sempre di più, circa il 20-25% della popolazione generale, favorito da cattive abitudini alimentari e stili di vita non salutari. Lo conferma una ricerca dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano (composto da medici e dietisti, vedi scheda di seguito) svolta su un campione di circa 7000 soggetti di età superiore a 25 anni.
Il principale sintomo, la fastidiosa sensazione di bruciore localizzata nella parte medio-inferiore dello sterno, è causato dal contenuto dello stomaco che refluisce nell’esofago. Il reflusso si verifica principalmente dopo i pasti, viene favorito dalla posizione orizzontale o piegata in avanti, e dall'assunzione di eccessive quantità di cibi grassi, condimenti piccanti, cioccolato, caffè, alcol e bevande gassate. Inoltre, colpisce con maggiore frequenza i fumatori e soggetti che assumono particolari farmaci.
“È importante ricordare come il bruciore retrosternale insieme al rigurgito non siano gli unici sintomi della malattia – spiega Davide Festi, Professore Ordinario di Gastroenterologia, Università di Bologna - che si può manifestare infatti anche con disturbi apparentemente non correlati all’apparato digerente, come la tosse, la laringite, l’asma o un dolore toracico”.
Per effettuare la ricerca, l’Osservatorio Nutrizionale ha individuato alimenti e bevande considerati “aggressivi” (come cioccolato, carni grasse, caffè, bevande gassate e tè) e cibi “protettivi”, come la maggior parte della frutta ad esclusione degli agrumi (inseriti tra gli alimenti aggressivi), verdura e legumi (cavoli, carote ecc.), olio extravergine d’oliva e pane integrale. Sono state calcolate mediamente le porzioni introdotte settimanalmente da soggetti di entrambi i sessi, distinguendo tra fumatori e non fumatori. I dati hanno evidenziato che gli uomini introducono un numero di porzioni settimanali di “cibi aggressivi” maggiori delle donne. Mediamente le porzioni settimanali “aggressive” sono 33,6 (31,5 per le femmine e 37 per i maschi), mentre è emerso che la quantità di porzioni “protettive” introdotte rimane basso, mediamente 23,3, (24,2 per le femmine e 21,9 per i maschi).
“La ricerca illustra la stretta correlazione che esiste tra alimentazione e reflusso gastroesofageo - osserva la Dott.ssa Michela Barichella, responsabile medico della Struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica ICP e Presidente dell’Associazione Scientifica Brain and Malnutrition in chronic diseases – gli italiani assumono poca frutta e verdura, sempre meno alimenti integrali e legumi, mentre aumenta l’utilizzo di bevande zuccherate gassate soprattutto nella popolazione più giovane, il cui stile di vita prevede spesso abitudini non salutari come il fumo e l’utilizzo di alcolici, e non a caso è sempre più esposta a sovrappeso ed obesità”.
I dati dell’Osservatorio Nutrizionale evidenziano che molti soggetti analizzati per la ricerca fumano (13,5% fumatori e 8% ex fumatori) e che i fumatori risultano anche i più “viziosi”: utilizzano infatti più caffè (mediamente 14,4 porzioni a settimana rispetto ai non fumatori 10,2) e più cioccolato. Per il consumo di cioccolato (circa 2,5 volte a settimana) non vi sono differenze significative tra i due sessi, mentre l’assunzione di caffè rimane significativamente più alta negli uomini. L’indice di massa corporeo (BMI) medio della popolazione intervistata rimane al di sopra dei valori ritenuti normali (18,5-24,9) e si posiziona mediamente nella fascia del sovrappeso (BMI medio 27 Kg/m2 sia nelle donne che negli uomini).
Dal punto di vista terapeutico per avere beneficio sulla sintomatologia causata dal reflusso gastroesofageo si consiglia inizialmente di eliminare i pasti abbondanti e ricchi di grassi, e ridurre nettamente i cibi che facilitano il rigurgito, il fumo e l'obesità. Inoltre, è necessario mangiare lentamente e masticare a lungo, evitando di coricarsi subito dopo i pasti. Se questi accorgimenti non sono sufficienti, si può ricorrere ad una terapia farmacologica per facilitare lo svuotamento gastrico, ma soprattutto per ridurre l'acidità del succo gastrico e diminuirne il potere irritante per l'esofago.
I CONSIGLI DEGLI ESPERTI PER CHI SOFFRE DI REFLUSSO GASTROESOFAGEO
2012-05-03 10:03:03 -
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Fonte:
Ufficio stampa Osservatorio Nutrizionale Grana Padano